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Correttivo Appalti, in arrivo regole più leggere per il subappalto


Rivedere i limiti al subappalto e il sistema di qualificazione delle imprese per evitare che molte di loro restino senza lavoro. Queste, in sintesi, le proposte da far confluire nel correttivo del Codice Appalti (D. lgs.50/2016) avanzate dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) durante l’audizione in Commissioni congiunte Ambiente della Camera e Lavori Pubblici del Senato. Gli edili hanno segnalato una serie di criticità da affrontate nel correttivo che, lo ricordiamo, è atteso entro il 19 aprile 2017, a un anno esatto dall’entrata in vigore del Codice Appalti. Su alcuni temi, come la possibilità di ricorrere sempre al subappalto, a prescindere dalle indicazioni del bando, le qualificazioni Soa e il rating di impresa sono state mostrate aperture. Su altre questioni, come i limiti di importo al subappalto e le deroghe al divieto di appalto integrato, la volontà del Governo e del Parlamento è chiara: indietro non si torna.In audizione anche Consip, che ha segnalato le difficoltà applicative dal punto di vista delle Amministrazioni.Il subappalto potrebbe diventare sempre possibile, cioè essere una libera scelta dell’impresa che vince la gara. Le Commissioni hanno mostrato qualche apertura in merito alla richiesta avanzata più volte dagli edili. Secondo l’attuale formulazione del Codice, invece, se il bando non lo prevede espressamente, il subappalto non è praticabile. L’Ance ha proposto anche che il limite del 30% sia riferito alla categoria prevalente e non all’importo complessivo dell’appalto, ma anche che si possa subappaltare il 100% delle categorie scorporabili. Questa ipotesi non è stata accolta perché non è intenzione del legislatore tornare indietro su questo punto. Gli edili hanno anche ottenuto qualche possibilità di reintrodurre il “premio di coordinamento”, cioè la possibilità di usare per la qualificazione anche una quota dei lavori affidati in subappalto. Secondo l’Ance, tenuto conto della grave crisi che ha colpito il settore negli ultimi anni, appare insufficiente calcolare solo gli ultimi cinque anni antecedenti la sottoscrizione del contratto con la SOA. Bisognerebbe invece usare l’ultimo decennio. Ciò, a maggior ragione, si legge nella memoria depositata, se si considera che il nuovo codice, in materia di beni culturali, consente di utilizzare, ai fini della qualificazione, i lavori eseguiti senza alcun limite di tempo. Il presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, Altero Matteoli, ha mostrato un’apertura in tal senso annunciando ulteriori valutazioni. L’Ance ha chiesto di dare peso maggiore ai requisiti qualitativi piuttosto che al fatturato. Pur condividendo l’impostazione delle linee guida ANAC sul rating di impresa, gli edili hanno proposto di introdurre altri criteri di valutazione e hanno chiesto che l’irregolarità contributiva degli ultimi tre anni non sia l’unico indice dell’affidabilità e professionalità dell’impresa, ma che si tengano in conto anche la sua storicità, la struttura aziendale e gli investimenti fatti. L’associazione degli edili ha proposto anche di estendere il rating di legalità alle imprese con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.L’Ance ha sottolineato che le nuove norme consentono alle amministrazioni di utilizzare l’esclusione automatica delle offerte anomale con metodo antiturbativa solo per lavori fino ad 1 milione di euro. In attesa delle linee guida sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, è stato proposto di estendere questa possibilità fino all’importo di 2,5 milioni di euro. Su questi temi non ci sono stati segnali d’apertura a eventuali modifiche. Nessuna chance di revisione neanche per il divieto di appalto integrato. L’Ance ha segnalato che, in assenza di un periodo transitorio, si sta verificando un rallentamento degli appalti per mancanza di progetti esecutivi pronti e che per ovviare a questo problema si assiste ad una diffusione di bandi per affidamenti a Contraente Generale anche per opere di piccoli importi. Per questo aveva chiesto di continuare ad usare l’appalto integrato per opere i cui progetti risultino già varati alla data di entrata in vigore del Codice. Ma il Parlamento non è intenzionato a cambiare rotta. Consip, società di consulenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa degli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, ha sottolineato che le Stazioni Appaltanti dovranno abituarsi e coordinarsi con le commissioni giudicatrici. Le commissioni, lo ricordiamo, devono essere composte da membri esterni alle stazioni Appaltanti per le gare sopra la soglia comunitaria, mentre nelle gare sotto soglia i commissari possono essere anche interni alla Stazione Appaltante. Almeno nei primi tempi sarà quindi necessaria una fase di rodaggio.

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