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Codice dei contratti: In settimana il Consiglio dei Ministri approva il decreto correttivo


Questa settimana il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare in via definitiva il decreto correttivo sul Codice dei contratti che, rispetto alla bozza approvata preliminarmente ed inviata alle Commissioni parlamentari, al Consiglio di Stato ed alla Conferenza unificata, dovrebbe adeguarsi ai rilievi mossi dal Consiglio di Stato e dal Parlamento. Il Governo ritornerà sulle proprie precedenti posizioni e che nel testo approvato definitivamente scompariranno le modifiche alla disciplina dei subappalti, dei lavori in house delle concessionarie autostradali e delle operazioni di project financing.Non si sa quale sarà la posizione del Governo in merito alle modifiche all’articolo 24 sui corrispettivi relativi ai servizi di architettura e di ingegneria e se le modifiche introdotte nello schema di decreto correttivo predisposto dal Governo resteranno anche nella versione definitiva consentendo l’utilizzazione dei parametri di cui al D.M. 17/06/2016 come base certa per la determinazione degli importi a base d’asta. Se così non fosse ci sarebbe da chiedere come tale scelta possa legarsi alla trasparenza tanto sbandierata. Se dovesse restare immutata la situazione attuale dell’articolo 24, comma 8 del vigente d.lgs. n. 50/2016, la determinazione non dei compensi ma della base d’asta dei compensi sarebbe lasciata alle decisioni soggettive di chi predispone il bando con la possibilità di far transitare un determinato servizio da una soglia ad un’altra senza nessuna scelta oggettiva.Relativamente agli aspetti più controversi, con la scelta di adeguare il provvedimento ai rilievi del Parlamento e del Consiglio di Stato la situazione nel testo definitivo dovrebbe essere la seguente:

  • il subappalto non dovrebbe avere nessuna modifica rispetto alla situazione attuale con il tetto del 30% da calcolare sull’intero importo dell’appalto (invece che sulla sola categoria prevalente, come prevedeva lo schema approvato in via preliminare) con il rischio di andare incontro a una procedura di infrazione;

  • la disciplina dei lavori delle autostrade resterà invariata e tra 12 mesi i concessionari saranno obbligati a mandare in gara l’80%dei lavori senza nessuna delle modifiche introdotte nello schema di febbraio relativamente alle opere di manutenzione;

  • relativamente al partenariato pubblico-privato il tetto massimo del contributo pubblico dovrebbe restare al 30% anche se il Ministro Graziano delrio aveva fatto capire nel corso dell’audizione della settimana scorsa che condivideva un aumento della percentuale al 49%;

  • ridimensionamento delle deroghe al divieto di appalto integrato con la possibilità di appaltare unitamente progetto e lavori nei casi di urgenza e con la riduzione da 18 a 12 mesi della riapertura del termine per mandare in gara i progetti definitivi già approvati alla data di entrata in vigore del nuovo codice (19 aprile 2016) ma con la conferma, invece, di affidare insieme progetto e lavori nel caso di interventi ad alto tasso di tecnologia.

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