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Subappalto in Italia : vincoli molto stringenti rispetto all’Europa


Con il Correttivo al Codice degli Appalti pubblicato da qualche giorno , l’Italia già rischia una procedura di infrazione dovuta ai vincoli troppo stringenti nella disciplina del subappalto La normativa sugli appalti pubblici circoscrive le possibilità di ricorso al subappalto, fissando un limite del 30% da calcolare su tutto l’importo del contratto. È inoltre previsto che nei lavori di importo superiore alla soglia comunitaria (5,2 milioni di euro) e nei settori a rischio di infiltrazione criminale, a prescindere dall’importo, sia necessario indicare una terna di subappaltatori in fase di offerta. Si tratta di regole valide per tutte le procedure, in modo da ridurre i poteri discrezionali delle Stazioni Appaltanti.

Prima dell’approvazione definitiva del Correttivo, la Commissione Europea, però, aveva esortato l’Italia a rimuovere i limiti al subappalto perché non in linea con lo spirito delle Direttive europee sui contratti pubblici. L’Unione Europea ha fissato un principio fondamentale: il divieto di gold plating.

Questo significa che i Paesi membri non possono prevedere norme più severe di quelle dettate a livello comunitario. Il divieto di gold plating mira a creare condizioni uniformi nei Paesi europei e a favorire la libera concorrenza. Da questo si evidenzia che i Paesi Europei non possono introdurre vincoli

Il Governo e il Parlamento hanno invece ritenuto più prudente mantenere i limiti previsti. La Commissione Europea potrebbe quindi decidere di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia.

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