Prevedere una rotazione degli incarichi per piccoli lavori tra progettisti e aumentare a 10 il numero di professionisti invitati alla procedura negoziata per l’affidamento degli interventi. Sono alcune delle proposte avanzate dall’Autorità Anticorruzione (ANAC) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) sul disegno di legge di conversione del Decreto “Terremoto” (DL 8/2017) nel ciclo di audizioni alla Commissione Ambiente della Camera. Secondo l’ANAC è necessario prevedere il criterio della rotazione dei professionisti, soprattutto per incarichi sotto i 40 mila euro con affidamento diretto. Il Presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, ha evidenziato che “tenuto conto dell’urgenza con la quale è necessario provvedere alle opere per la ricostruzione, è opportuno prevedere la possibilità di affidare gli incarichi di progettazione per importi inferiori alle soglie comunitarie (40 mila euro) con una procedura negoziata che comunque garantisca un seppur minimo confronto concorrenziale fra cinque professionisti iscritti nell’elenco speciale, valutando l’inserimento di un riferimento esplicito al rispetto del criterio di rotazione degli inviti”.Pur rilevando con favore l’impostazione complessiva del provvedimento, RTP ha segnalato la persistenza di alcune criticità, proprio in riferimento alla procedura negoziata. Secondo le Professioni tecniche è necessario aumentare il numero dei professionisti invitati alla procedura negoziata, passando da 5 a 10 progettisti. Inoltre RTP chiede di specificare che gli incarichi siano affidati solo a professionisti iscritti all’albo professionale con particolare e comprovata esperienza in materia di prevenzione sismica (attualmente il Decreto parla di “esperti”). Altra importante proposta è il riconoscimento di un rimborso (circa 90 euro al giorno) per il mancato guadagno giornaliero per tutti i professionisti impegnati per almeno 10 giornate lavorative nelle zone colpite dal sisma. In relazione alla possibilità per le Società di ingegneria di intervenire nella progettazione di edifici privati, oltre che di edifici pubblici, la Rete ha ribadito le sue perplessità. Per le Professioni Tecniche qualunque intervento normativo che apra il mercato privato – anche quello della ricostruzione – alle società di ingegneria è rischioso in quanto che le Società non hanno gli stessi obblighi degli studi professionali e delle società tra professionisti.